Sia il processo diagnostico che il progetto terapeutico si basano su una visione bio-psico-sociale del disturbo mentale.
Cosa sta a significare l’applicazione del Modello Bio-Psico-Sociale in medicina?
Significa che in ogni branca della medicina pur applicando le proprie competenze specialistiche il medico considera il paziente come una entità unica dove la dimensione biologica (corpo/cervello) la dimensione cognitivo/psichica e quella socio ambientale sono strettamente interdipendenti e la loro continua interazione condiziona sia lo stato di benessere che di malattia.
Nei disturbi mentali è di primaria importanza valutare lo stato di interazione “mente/corpo” e le influenze esercitate dall’ambiente.
Questo tipi di approccio in pratica comporta:
- che la presa in carico del paziente passa attraverso un “assessment” finalizzato ad esplorare le modalità di interazione che ciò può richiedere , prima della formulazione del progetto terapeutico, circa tre incontri.
- che il progetto terapeutico deve tener conto sia dei punti deboli che delle risorse disponibili nelle singole dimensioni della personalità del paziente.
- che l’intervento psicofarmacologico, qualora necessario, è orientato a riequilibrare i processi neurobiologici che sono alla base del funzionamento del nostro cervello. Processi che sia fattori legati alla interazione con l’habitat (traumi, stress, ecc...) che fattori genetici o acquisiti durante lo sviluppo hanno modificato.
- che il trattamento psicofarmacologico, qualora non sia integrato da uno specifico progetto psicoterapico, deve comunque essere accompagnato da un supporto do coucelling e di monitoraggio frequente degli effetti della terapia.
- che l’intervento di sostegno psicologico o psicoterapico è finalizzato ad aiutare il paziente a prendere coscienza dei propri problemi e ad identificare e costruire gli strumenti per risolverli.
Pur tenendo conto di questo approccio unitario qualora il progetto terapeutico lo richieda, è possibile affiancare progetti psicoterapici specifici portati avanti con alti colleghi con cui si collabora.
Inoltre è possibile, ove necessario, usufruire del ricovero presso alcune cliniche psichiatriche e di seguirne il decorso.